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Street-Art, conservazione delle opere e diritto d’autore: intervista a Millo

MILLO, nome d’arte di Francesco Camillo Giorgino, è uno degli street artist più famosi al mondo.
Puoi trovare le sue opere sui muri di USA, Russia, Cina, Australia, Nuova Zelanda, Tailandia, Argentina, Cile, Marocco, Italia, Spagna, Portogallo, Regno Unito, Olanda, Polonia, Lituania, Bielorussia, Ucraina e altre nazioni sparse per il resto dei cinque continenti.
Il suo prolifico lavoro è al centro del documentario Art Libre, diretto da Luigi Capasso e prodotto da Zoomlab, selezionato nel 2020 al Festival International du Film sur l’Art di Montreal.

Durante una sera di binge-reading su Facebook ho scoperto per caso che il proprietario dell’edificio di Paphos (Cipro) su cui Millo aveva dipinto l’opera “Ready” ha deciso di riverniciare la facciata del palazzo, cancellando il lavoro realizzato nel 2017 durante lo Street Art Square Festival.

Ho deciso per questo di fare un pò di domande all’autore sulla conservazione delle opere di street art e sui rapporti tra street art e diritto d’autore.

Ciao Millo, la prima cosa che mi sono chiesto, vedendo l’opera cancellata, è stata: che sensazione hai provato quando lo hai saputo?

Un grande dispiacere.
So benissimo che una volta realizzato il lavoro può accadere di tutto, ma viverlo resta molto triste, specie quando la notizia arriva come un fulmine a ciel sereno.

in alto l'opera "Ready", nella foto in baso la nuova facciata riverniciata

Parli mai con i tuoi colleghi del tema della conservazione delle opere murarie? Credi possa esistere tra gli street artist una posizione univoca al riguardo?

Raramente si parla di questo aspetto, solitamente quando siamo insieme cerchiamo di discutere sempre di altri argomenti, ad ogni modo personalmente sono molto favorevole, tuttavia considerando che quasi tutti gli artisti di questo movimento sono in vita reputo fondamentale chiedere, in caso di un possibile intervento, un parere.

La tua ultima opera che ho visto dal vivo è stata a “Open” a Pianura, quartiere di Napoli dove ho vissuto i primi 13 anni della mia vita: mi ha colpito molto vederne l’impatto territoriale, e mi viene spontaneo chiederti che rapporto di interazione si instaura tra te e i luoghi in cui realizzi i tuoi lavori.

Ogni invito, ogni viaggio e ogni luogo nel quale ho la fortuna di dipingere è una sfida.
Pianura purtroppo è un quartiere rimasto un po più indietro rispetto agli altri della città ed è per questo che si è deciso di “portare” proprio lì, qualcosa. Devo dire che i primi giorni c’è stata una certa diffidenza nei miei confronti, cosa alla quale sono abituato, a dirla tutta mi sembra giusta e normale, d’altronde arrivo da una città diversa, salgo su di un cestello e poi realizzo una grande opera..insomma, non proprio la cosa più ovvia del mondo, tuttavia in tanti nel quartiere conoscevano le opere di Jorit e nonostante la diffidenza, da subito hanno provato interesse, hanno chiesto, si sono informati…dopo due giorni, alle prime linee di colore, ero già a prendere caffè ad ogni ora.
Ogni luogo è così, è unico.
Ed è impossibile non interagire con le persone, ma soprattutto è quello che amo di questo lavoro

"Open" by Millo - per gentile concessione dell'artista


La gestione del diritto d’autore delle opere di street art è un tema molto sentito tra gli addetti al settore, che spesso lamentano giustamente di non vedere rispettati i propri diritti di natura morale e patrimoniale. 
Dato che tu hai avuto modo di prestare alcune tue opere anche a produzioni internazionali (“Closer”, apparsa nella serie Shameless, n.d.r.), che esperienza hai avuto in merito al diritto d’autore in rapporto con la street art?


Sono stato contattato dalla Warner Bros, la quale mi ha spiegato il progetto e mi ha chiesto il permesso di poter filmare la mia opera, insomma, nulla di così complicato! Negli ultimi anni, specie con l’avvento dei social, con lo sdoganamento della fotografia si è iniziato a pensare che tutto ciò che è in strada possa non solo essere fotografato ma riprodotto e commercializzato poiché di tutti, ma soprattutto di nessuno. 
C’è urgente bisogno di far studiare soprattutto in determinati settori, penso a quello della comunicazione, il diritto d’autore. Ho smesso di contare le volte ormai in cui ho avuto bisogno di un legale per far valere i miei diritti.

"Closer" by Millo - per gentile concessione dell'artista

Hai lanciato poco prima di Natale, con un sold-out incredibile raggiunto nel giro di poche ore, le Millo surprise bag : pensi che l’uso dell’e-commerce possa diventare una risorsa economica di riferimento per chi lavora nell’ambito dell’illustrazione e della street-art?

Io credo che per determinate tipologie di prodotti, l’e-commerce sia già una risorsa a disposizione degli artisti e moltissimi di noi ne fanno uso costantemente.

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Articolo a cura di Alfredo Esposito
Si ringrazia Eleonora Alvino

La violazione del diritto d’autore in Italia raccontata dal film “Mixed By Erry”

Il film “Mixed By Erry” di Sidney Sibilia esce oggi nelle sale italiane.

Non scriverò una recensione del film (per cui rimando ad altri autorevoli giornalisti di settore), ma proverò a darvi il punto di vista di un avvocato che si occupa di Copyright.

“Mixed By Erry” racconta la storia del più grande falsario italiano di musicassette, Enrico Frattasio, e dei suoi fratelli, protagonisti a cavallo degli anni ’80 e ’90 di una delle storie più avvincenti della storia musicale contemporanea.

Vi chiederete perché la storia di Enrico Frattasio e della sua “Mixed by Erry” è meritevole di attenzione, soprattutto da parte di un avvocato.
Domanda legittima.

La duplicazione delle musicassette rappresenta una violazione della legge sul diritto d’autore, in quanto la vendita delle cassette non era autorizzata né venivano corrisposte royalties ai musicisti o alle case discografiche.

Il cast di “Mixed by Erry” il 28 Febbraio 2022
alla premiere nazionale al Cinema Modernissimo di Napoli

Se tale assunto è evidente, d’altro canto “Mixed By Erry” aveva messo in piedi una filiera distributiva così capillare da permettere sostanzialmente a qualsiasi artista inserito nelle playlist in musicassetta da lui prodotte di arrivare al pubblico senza passare per i, spesso inarrivabili, negozi di settore.

Da un punto di vista economico, venivano quindi sottratte a musicisti ed eventuali case discografiche il 100% delle royalties in cambio di un’efficiente distribuzione del proprio prodotto musicale, che è più o meno ciò che accade oggi quando un artista o un’etichetta non major pubblica dei brani su Spotify.
Il guadagno risulta (quasi) nullo in termini di proventi diretti.

D’altro canto, la potenziale incredibile visibilità ampliava ed amplia la chance di farsi ascoltare in maniera trasversale, migliorando sensibilmente la possibilità di essere ingaggiati per concerti dal vivo, con possibilità quindi di riscuotere cachet, vendere merchandising ed alimentare indirettamente l’indotto musicale.

Per l’underground musicale, molti diranno che Mixed By Erry è stato probabilmente un volano di sviluppo spesso trainato dai gusti popolari del momento (vedi il primo Gigi d’Alessio).

Alcuni artisti come Tony Tammaro, che non digerivano il fatto che terze persone lucrassero sulle proprie produzioni musicali, per contrastare simbolicamente il fenomeno decise di mettere in vendita i propri album ad un prezzo inferiore a quello che veniva venduto, contraffatto, sulle bancarelle.

Con Tony Tammaro durante un evento organizzato da Subcava Sonora

Molti altri artisti bramavano, come accade oggi per Spotify, l’inserimento in quelle playlist d’autore, così da rientrare in quel giro di distribuzione che li avrebbe potenzialmente far ascoltare ovunque.

Certo, se guardiamo al danno creato alle major, il prospetto economico cambia.
Se si pensa che nel1991 le “produzioni” di Mixed By Erry coprivano quasi un quarto del mercato discografico italiano, ci rendiamo conto che l’impatto è stato notevole.

È anche vero che l’aver orientato tutti i problemi della filiera discografica italiana nei confronti della pirateria non ha contribuito all’innovazione dell’industria, né da un punto di vista legislativo con una normativa costantemente protezionista e poco incline alla possibilità di diversificazione tra la protezione delle opere d’ingegno, né da un punto di vista economico non essendo riusciti a rispondere ai fenomeni sociali che, in un certo modo, il fenomeno Mixed By Erry aveva anticipato.

Avendo fondato Subcava Sonora, la prima etichetta italiana a distribuire musica con licenze Creative Commons distaccandosi dal copyright classicamente inteso, mentirei dicendo di non riconoscere l’importanza di Mixed By Erry nella mia formazione musicale e culturale.

Credo ad ogni modo, da avvocato, che siano maturi i tempi per affrontare una discussione sul diritto d’autore che guardi con flessibilità alle nuove tecnologie, con la consapevolezza di non poter pensare il diritto d’autore con una mentalità novecentesca.

Avv. Alfredo Esposito
Studio Legale Difesa d’Autore

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Stiamo assistendo al crollo degli NFT?

Gli NFT (non-fungible token) sono stati ideati nel 2014 come meccanismo per tracciare la provenienza delle opere digitali e dare ai piccoli artisti un nuovo modo di generare economia.

Tuttavia, nel 2021 la corsa frenetica all’acquisto e alla vendita di NFT ha portato i prezzi alle stelle, in particolare dopo la storica vendita di un’opera di Beeple per quasi 70 milioni di dollari.
Alla fine dell’anno, il prezzo medio di un NFT superava i tremila dollari, nonostante l’ondata di nuovi token sul mercato.

Tuttavia, nel novembre 2022 il valore degli scambi di NFT è sceso a 400 milioni di dollari, il 97% in meno rispetto ai 17 miliardi di dollari del gennaio dello stesso anno.

Non è chiaro cosa abbia causato questa flessione, ma il calo della domanda, iniziato con il crollo del mercato delle criptovalute, ha cancellato quasi 9 miliardi di dollari.

Crollo degli NFT: dall’eccitazione al terrore (e ritorno)?

L’artista che ha inventato gli NFT, Kevin McCoy, ha raccontato di essere passato “dall’eccitazione al terrore” negli ultimi due anni.

Se da un lato è stato gratificato nel vedere quante persone si sono fatte coinvolgere nel suo “esperimento concettuale privato”, dall’altro si è reso conto che gli NFT erano diventati un veicolo di speculazione finanziaria.
Alcuni esponenti del settore ritengono che il crollo sia stato un momento per fare “pulizia” e che l’hype intorno agli NFT abbia spinto le persone a investirvi per fare soldi facili, facendo perdere di vista l’utilità della tecnologia.

Shiva Rajarman, vicepresidente del prodotto di OpenSea, il più grande mercato di NFT al mondo, ha dichiarato: “Credo fermamente che l’hype non serva”.

Secondo lui, sebbene la pubblicità sia stata positiva per l’industria, ha anche spinto le persone verso gli NFT per le ragioni sbagliate, facendo perdere di vista l’utilità della tecnologia.

OpenSea ha deciso di rendere le royalty opzionali a seguito del crollo non tanto degli NFT quanto NFTs (non-fungible tokens) sono stati una delle tendenze più popolari del 2021, ma quest’anno hanno subito un crollo del 97% rispetto ai 17 miliardi di dollari del gennaio dello stesso anno del mercato delle criptovalute e della mancanza di domanda per gli asset digitali.

Ciò ha causato una delusione tra gli artisti, che speravano che gli NFT potessero per davvero creare un’economia più equa per i creatori digitali, offrendo un mezzo di scambio e proprietà digitale che poteva anche fornire royalty sulla rivendita.

Il crollo della bolla degli NFT rappresenta un monito per tutti coloro che investono in beni digitali, sia essi artisti che collezionisti.

È importante ricordare che, come per qualsiasi altra forma di investimento, ci sono rischi e che non è mai saggio investire denaro che non si è disposti a perdere, soprattutto in un campo ad alto tasso di cambiamento intrinseco.

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Processo Intelligenza Artificiale

Come cambierà il processo con l’ intelligenza artificiale?

Sta diventando sempre più comune l’utilizzo dell’intelligenza artificiale anche nell’ambito giudiziario. ⁣

A Shanghai, ad esempio, è già possibile trovare un magistrato-software in grado di riconoscere otto reati, tra cui frodi con carte di credito, guida pericolosa e gestione di un’operazione di gioco d’azzardo. ⁣

Ma come influirà l’intelligenza artificiale nel processo giudiziario? ⁣

Il programma sviluppato a Shanghai sarebbe in grado di presentare un’accusa con una precisione superiore al 97% sulla base di una descrizione verbale del caso, riducendo così il carico di lavoro dei magistrati. ⁣

Tuttavia, rimangono ancora molti dubbi e preoccupazioni riguardo all’utilizzo dell’IA in questo ambito, soprattutto in relazione alla possibilità di discriminazioni e al rischio di prendere decisioni errate. ⁣

In Europa, il Regolamento sulla protezione dei dati stabilisce alcune regole per l’utilizzo dell’IA nei sistemi giudiziari, ma sarà interessante vedere come evolverà l’utilizzo di questa tecnologia nei processi in futuro⁣ e quale sarà l’impostazione del sistema giustizia nei confronti di un processo in cui l’elemento dell’intelligenza artificiale sarà sempre più necessario.

Negli Stati Uniti, dove la giustizia predittiva è in uno stato di sviluppo decisamente avanzato, il Presidente Biden ha presentato L’AI Bill of Rights un approccio legislativo per favorire un incontro tra le aziende tecnologiche, i ricercatori e la società civile per costruire “insieme” un sistema valido di protezione dei diritti.

Una prima mossa fondamentale, almeno dal punto di vista simbolico, per tutti quelli che non si sono ancora abituati all’idea del Correctional Offender Management Profiling for Alternative Sanctions (COMPAS) come sistema attiva di intelligenza artificiale all’interno del processo penale americano.

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Addio PEC: ecco la REM

Addio PEC: ecco la REM

Sta per scomparire la PEC, il sistema di posta elettronica certificata che abbiamo utilizzato finora, e sarà sostituita dalla REM (Registered Electronic Mail), la cosiddetta “PEC europea”. ⁣ ⁣

Ma cosa significa questo cambiamento e cosa ci aspetta?⁣ ⁣

Innanzitutto, è importante sottolineare che questa sostituzione è stata resa necessaria dal fatto che la PEC, nata nel 2005, non era più in linea con gli standard eIDAS (il Regolamento 910/2014 che disciplina la sottoscrizione digitale). ⁣ ⁣ Per questo motivo, il decreto legge n. 135 del 14 dicembre 2018 ha stabilito che la PEC debba essere resa conforme a questi standard attraverso il DPCM. ⁣ ⁣

Con l’entrata in vigore di questo DPCM, l’articolo 48 del Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) sarà abrogato e di conseguenza scomparirà la PEC.⁣ ⁣

Al suo posto entrerà in vigore la REM, che sarà regolamentata dal Regolamento eIDAS come un Servizio Elettronico di Recapito Certificato (SERC). ⁣ ⁣

Per far sì che questa transizione avvenga in modo semplice e senza intoppi per gli utenti, l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) ha creato un gruppo di lavoro che ha coinvolto tutti i gestori di PEC e che ha definito gli standard tecnici e funzionali della REM. ⁣

⁣ Cosa cambierà per gli utenti con l’introduzione della REM? ⁣ ⁣

In realtà non ci saranno grandi differenze: la REM manterrà le stesse funzionalità della PEC, con l’aggiunta di alcune migliorie tecniche che ne rendono l’utilizzo ancora più semplice e sicuro. Ad esempio, la REM potrà essere utilizzata anche per l’invio di messaggi verso Paesi extra-UE, cosa che non era possibile con la PEC. ⁣ ⁣

Per quanto riguarda la data di migrazione dalla PEC alla REM, al momento non è ancora stata definita una scadenza precisa.

Tuttavia, è importante che i gestori di PEC si preparino a questo cambiamento e che comunichino tempestivamente agli utenti le modalità di migrazione.⁣ ⁣

In conclusione, l’arrivo della REM segna un passo avanti nell’ambito del governo elettronico, rendendo ancora più sicuro e semplice l’utilizzo della posta elettronica certificata. ⁣ ⁣

Non ci saranno grandi cambiamenti per gli utenti, ma solo alcune migliorie tecniche che (nda speriamo) ne renderanno l’utilizzo ancora più efficace. ⁣ ⁣

È importante che i gestori di PEC si preparino per questa transizione e che comunichino tempestivamente agli utenti le modalità di migrazione.⁣ ⁣

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Italian Innovation day in Switerland

Intellectual property in Academia

In qualità di referenti legali del progetto AIRILegal (AIRIcerca) siamo felici di annunciare che il 4 Novembre 2022 si terrà all’ETH di Zurigo, nell’ambito dell‘Italian Innovation Day in Svizzera, l’evento Intellectual property in Academia: bringing your idea to market.
L’evento è organizzato da AIRIcerca Switerland– l’Associazione italiana ricercatori in Svizzera – per agevolare un incontro aperto al pubblico tra avvocati esperti in proprietà intellettuale, consulenti in brevetti, CEO e investitori.
Il dibattito si arricchirà di prospettive etiche della brevettazione scientifica (Istituto Italiano di Cultura di Zurigo) e si concluderà con una tavola rotonda alla quale parteciperanno i fondatori di start-up dell’ETH di Zurigo e gli investitori del mercato svizzero.

Tra ospiti e relatori, saranno presenti i dottori Luca Valenziano (Addetto scientifico del Consolato Generale Italiano di Zurigo), Melanie Johnson (Technology Transfer Office all’ ETH Zurigo), Lucrezia Maini (ETH Zurigo, AIRIcerca Svizzera), Francesco Ziosi (Direttore istituto di cultura italiano a Zurigo), Maria Maina (Patent Attorney), T.Netter (I.P. Manager), Michele Gregorini (Fondatore e Ceo – DIAXXO Ag), Renato Del Grosso (Co-fondatore Cube Labs – Venture Builder), Fabio Cirillo (CEO Avanti Europe AG)

Tra i partner dell’evento l’ETH di Zurigo, il Consolato Generale d’Italia a Zurigo, l’ Istituto Italiano di Cultura a Zurigo, la Camera di Commercio Italiana in Svizzera e Pizzatech.

L’evento sarà utile a chiunque voglia lanciare una propria start-up in Svizzera e brevettare la propria idea, anche in ambito accademico. Verranno quindi introdotti e spiegati i concetti fondamentali sulle parti principali di un brevetto oltre che approfondimenti sulle autorità brevettuali europee e svizzere.

Clicca sul pulsante per prenotare gratuitamente l’accesso all’evento dell’ Italian Innovation Day in Svizzer “Intellectual property in Academia: bringing your idea to market!”

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