L’uomo è accusato di appropriazione illegale di documenti appartenenti alla General Electric e di furto di informazioni protette da proprietà intellettuale
La proprietà intellettuale, quell’apparato di principi giuridici che mirano a tutelare i frutti dell’inventiva e dell’ingegno umano, è un concetto che risulta ostico ai non addetti ai lavori.
Può risultare però affascinante anche a chi è digiuno della materia come, in un tranquillo pomeriggio di Agosto, Napoli si sia trasformato in uno scenario da 007 proprio a causa di un presunto furto di informazioni protette da Proprietà Intellettuale.
Aleksandr Korshunov, 57 anni, è un alto dirigente della Odk, una società russa che produce motori, arrestato per spioniaggio industriale su richiesta degli USA. Il quotidiano russo Vendomosti riporta di come Korshunov sia stato accusato di essersi appropriato illegalmente di documenti della General Electric e di informazioni protette da proprietà intellettuale in modo da utilizzarli per il programma russo Pd-14 per lo sviluppo di un motore per i nuovi aerei civili Ms-21.
Korshunov è atterrato con la sua famiglia il 30 Agosto all’aeroporto di Capodichino a Napoli, trovando ad attenderlo numerosi agenti di polizia che lo hanno bloccato, identificato ed infine arrestato.
Il nome di Korshunov era inserito negli schedari Interpol ed è probabilmente per questo che ha trovato gli agenti della polizia ad attenderlo a Capodichino.
Vladimir Putin, Presidente della Federazione Russa, ha dichiarato “Aleksandr Korshunov lavora nella costruzione dei motori ed è stato supposto che ha rubato alcuni segreti. Noi sappiamo che l’Odk ha realizzato un nuovo motore russo. C’è voluto molto tempo per farlo. È il nostro primo prodotto high-tech in 28 anni. Abbiamo firmato un contratto con una società italiana per delle consulenze, è una pratica naturale in tutto il mondo: è un chiaro lavoro commerciale con partner europei. I nostri amici statunitensi – aggiunge – stanno ora dicendo che alcuni americani sono andati a lavorare per quella società e che qualcosa lì è stato rubato. Se è stato rubato, lasciamo che s’indaghi su di loro. Non abbiamo bisogno di rubare nulla: abbiamo fatto tutto con le nostre stesse mani e con le nostre menti, le menti dei nostri specialisti. Le consulenze, lavori congiunti su moderni prodotti high-tech, sono pratiche pubbliche assolutamente naturali e aperte”
La storia potrebbe rappresentare un sequel ideale de “La spia che venne dal freddo”, il famoso film di Martin Ritt interpretato da Richard Burton.
Si tratta invece tratta di una reale, e sicuramente rocambolesca, vicenda che investe l’oggetto materiale più prezioso dell’uomo: il furto di idee.