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Addio PEC: ecco la REM

Addio PEC: ecco la REM

Sta per scomparire la PEC, il sistema di posta elettronica certificata che abbiamo utilizzato finora, e sarà sostituita dalla REM (Registered Electronic Mail), la cosiddetta “PEC europea”. ⁣ ⁣

Ma cosa significa questo cambiamento e cosa ci aspetta?⁣ ⁣

Innanzitutto, è importante sottolineare che questa sostituzione è stata resa necessaria dal fatto che la PEC, nata nel 2005, non era più in linea con gli standard eIDAS (il Regolamento 910/2014 che disciplina la sottoscrizione digitale). ⁣ ⁣ Per questo motivo, il decreto legge n. 135 del 14 dicembre 2018 ha stabilito che la PEC debba essere resa conforme a questi standard attraverso il DPCM. ⁣ ⁣

Con l’entrata in vigore di questo DPCM, l’articolo 48 del Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) sarà abrogato e di conseguenza scomparirà la PEC.⁣ ⁣

Al suo posto entrerà in vigore la REM, che sarà regolamentata dal Regolamento eIDAS come un Servizio Elettronico di Recapito Certificato (SERC). ⁣ ⁣

Per far sì che questa transizione avvenga in modo semplice e senza intoppi per gli utenti, l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) ha creato un gruppo di lavoro che ha coinvolto tutti i gestori di PEC e che ha definito gli standard tecnici e funzionali della REM. ⁣

⁣ Cosa cambierà per gli utenti con l’introduzione della REM? ⁣ ⁣

In realtà non ci saranno grandi differenze: la REM manterrà le stesse funzionalità della PEC, con l’aggiunta di alcune migliorie tecniche che ne rendono l’utilizzo ancora più semplice e sicuro. Ad esempio, la REM potrà essere utilizzata anche per l’invio di messaggi verso Paesi extra-UE, cosa che non era possibile con la PEC. ⁣ ⁣

Per quanto riguarda la data di migrazione dalla PEC alla REM, al momento non è ancora stata definita una scadenza precisa.

Tuttavia, è importante che i gestori di PEC si preparino a questo cambiamento e che comunichino tempestivamente agli utenti le modalità di migrazione.⁣ ⁣

In conclusione, l’arrivo della REM segna un passo avanti nell’ambito del governo elettronico, rendendo ancora più sicuro e semplice l’utilizzo della posta elettronica certificata. ⁣ ⁣

Non ci saranno grandi cambiamenti per gli utenti, ma solo alcune migliorie tecniche che (nda speriamo) ne renderanno l’utilizzo ancora più efficace. ⁣ ⁣

È importante che i gestori di PEC si preparino per questa transizione e che comunichino tempestivamente agli utenti le modalità di migrazione.⁣ ⁣

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Avv.-Alfredo-Esposito-The-IPR-Gorilla-Award

IPR Gorilla Conference 2022 – IP Emerging Player Award

È un vero onore celebrare il premio ‘Emerging IP player’ consegnato ieri al nostro fondatore Avv. Alfredo Esposito nell’ambito della IPR conference Gorilla 2022.

L’intero convegno è stata una grande occasione per incontrare professionisti, avvocati e imprenditori di tutto il mondo ed è stato incredibile ricevere un premio così significativo!

Siamo davvero grati di aver avuto la possibilità di discutere delle sfide da affrontare nel mondo della proprietà intellettuale, dell’intelligenza artificiale, degli NTF e della blockchain.

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Ho appena commesso un reato on line

“Ho appena commesso un reato on line”.

In molti penseranno che una frase del genere possa uscire solo dalla bocca di uno scammer o di un hacker particolarmente bravo, magari assoldato dai servizi segreti di chissà quale potenza straniera.
La verità è che ognuno di noi può, senza un adeguata consapevolezza nella gestione dei social network, commettere con estrema facilità un reato di semplice attuazione come quello di diffamazione.
Il reato di diffamazione si verifica spesso nei post e nei thread on line basati su argomenti di stringente attualità, in cui anche partendo da una pacifica discussione -o da un soliloquio particolarmente seguito- si può arrivare ad offendere la reputazione altrui e quindi integrare un reato.

Diffamazione, ingiuria e calunnia: qual è la differenza?

La diffamazione si ha ogni qualvolta si offende la reputazione di una persona assente.
L’ ingiuria, che non è un reato ma un illecito civile, si ha ogni qualvolta si offende l’onore e il decoro in presenza della persona offesa.
La calunnia si ha invece quando si incolpa una persona di un reato pur sapendola innocente.

Diffamazione on line

In linea generale, integra il reato di diffamazione ex art. 595 c.p.p. chiunque offenda la reputazione di una persona assente, cioè la reputazione di una persona che non può difendersi in tempo reale dalle offese subite.
Nel caso in cui queste offese vengano diffuse tramite un commento ad un post Facebook, una story video su Instagram o un reel su Tik Tok, è integrato il reato di diffamazione aggravata, così come previsto dal comma 3 dell’art. 595 c.p.
In questo caso, la pena prevista è la reclusione da sei mesi a tre anni o la multa non inferiore a cinquecentosedici euro.
Questo significa che in caso di querela da parte della persona offesa, il rischio è quello di dover subire un processo e dover molto probabilmente risarcire economicamente il querelante.

Fate attenzione quindi alla netiquette di Internet che, oltre che per motivi di galateo verbale, può venire in aiuto per evitare spiacevolissime conseguenze di carattere penale.

Ti hanno diffamato on line o sei stato querelato per diffamazione?
Contattaci per analizzare e risolvere insieme il tuo caso


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Come puoi rimediare al ban del tuo profilo Facebook?

Il tuo profilo Facebook è stato bannato?
Sarai contento di sapere che la II sez. civile del Tribunale di Bologna, con ordinanza del 10 Marzo 2021, ha condannato Facebook al risarcimento di 14.000€ nei confronti di un utente bannato e di cui erano stati cancellati tutti i dati precedentemente caricati (foto, conversazioni, interazioni)

Facebook“, stabilisce l’ordinanza, è un “luogo di proiezione della propria identità” e “la rimozione di contenuti e la sospensione o cancellazione di account è prevista soltanto per le giuste cause indicate nel regolamento contrattuale, con obbligazione per il gestore di informare l’utente delle ragioni della rimozione

L’ordinanza rappresenta un precedente importante, visto che la cancellazione tout court dei dati connessi al profilo rappresenta secondo il giudice una “gravissima lesione di evidenti diritti fondamentali della persona, di manifesta rilevanza costituzionale.”

Contatta il team di Difesa d’Autore se hai subito anche tu un ban ingiustificato del profilo e vuoi agire per la tutela dei tuoi diritti digitali